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Il Metodo Jaques-Dalcroze
Cos’è
Il Metodo Jaques-Dalcroze è un metodo per insegnare a percepire la musica attraverso il movimento in particolare tramite la relazione spazio/tempo/energia; il nucleo fondante è la risposta motoria-gestuale, cosciente ed organizzata, a delle sollecitazioni sonore. Fu ideato all’inizio del ‘900 dal compositore e pedagogista svizzero Émile Jaques-Dalcroze. Egli perseguì l’integrazione tra musica, corpo, mente e sfera emotiva e pose la corporeità e il movimento alla base dei suoi principi innovativi. Il lavoro teorico e pratico di Dalcroze ha influito in maniera decisiva non solo sulla pedagogia musicale, ma anche sulla danza e sulla coreografia, gettando le basi per un uso educativo e rieducativo della musica e del movimento. La Ritmique, disciplina fondamentale di questo metodo, sviluppa la capacità di risposta spontanea del corpo alla musica e consiste nel mettere in relazione i suoi movimenti naturali, il linguaggio musicale e le facoltà di immaginazione e di riflessione; altre facoltà, quali la memoria, la concentrazione e la coscienza compositiva, vengono esercitate in modo armonioso attraverso il Solfège che educa l’orecchio e la voce e l’Improvisation che libera le potenzialità creative individuali. Dalcroze incentrò nell’educazione audiopercettiva, tramite lo sviluppo dell’orecchio interno, il principio che le sensazioni auditive possano indurre ad un alto grado di coscienza di sé. Egli credeva fermamente nell’idea di porre l’allievo al centro dell’azione educativa e che solo la globalità delle esperienze potesse condurre allo sviluppo della sua personalità. Ha ideato inoltre la plastique animée, una forma di rappresentazione della musica attraverso il movimento corporeo; tali “invenzioni espressivo-motorie” sono in relazione con il carattere e la struttura dei brani e consentono di sperimentare, interiorizzare, comprendere e comunicare, rendendoli “visibili” nello spazio, tutti gli aspetti del linguaggio musicale.
Dalcroze asseriva che:
la gioia, il gioco e il movimento favoriscono l’apprendimento
il corpo è il primo strumento musicale e il suo uso cosciente è il prerequisito per qualsiasi acquisizione
l’esperienza deve precedere sempre la comprensione e l’analisi
l’interpretazione del significato della vita si manifesta attraverso vari linguaggi
l’importanza della consapevolezza di sé e della vicinanza alla propria anima, emozioni e sentimenti è alla base della completezza dell’essere, così come un adeguato sviluppo del senso critico
occorre aver fiducia nelle risorse e nelle capacità innate e acquisite dell’individuo
Come si apprende
“É l’esperienza fisica che forma la coscienza” É. Jaques-Dalcroze
Le lezioni si praticano in gruppo, ma ogni singolo allievo ne è parte attiva ed integrante poiché l’esperienza personale è fondamentale. I diversi aspetti del discorso musicale vengono percepiti e espressi con il movimento, stimolati e sostenuti dall’improvvisazione pianistica/vocale/strumentale dell’insegnante il quale adegua costantemente la musica alle capacità ed ai progressi degli allievi tenendo conto della loro individualità e possibilità espressiva. Gli allievi utilizzano i movimenti e la loro sonorizzazione attraverso la voce (bruitage), giochi di espressione di sé e gli strumenti in una varietà di attività che coinvolgono gli aspetti percettivi, l’ascolto, la capacità elaborativa ed inventiva.
Gli obiettivi educativi sono molteplici:
sviluppare “l’ascolto corporeo” – la presenza musicale – costituita dalla percezione del suono a tutti i livelli e alla conseguente ricerca della qualità delle risposte vocali, gestuali e motorie
trovare il piacere di esprimersi con il corpo in sintonia con la musica
sviluppare l’orecchio e acquisire una comprensione musicale globale e profonda
sviluppare la consapevolezza corporea (coordinazione, reazione, dosaggio dell’energia, equilibrio, uso del peso ecc.)
sviluppare la personalità nella sua interezza (sfera cognitiva, affettiva, psico-motoria)
educare le capacità creative ed artistiche
collaborare e adeguarsi al gruppo, nel rispetto di sé e degli altri
La ciclicità delle attività, la reiterazione graduale e varia nella pratica dei principi cardine, la musica vissuta, tradotta e interpretata nel movimento, l’uso di materiali diversi, ma soprattutto l’ascolto partecipato, permettono la sedimentazione delle varie acquisizioni nella persona che ne fa esperienza.
Oltre ai musicisti professionisti, sono sempre più numerosi gli attori e i danzatori che inseriscono la Ritmica nel loro training. Il Metodo Dalcroze si rivela inoltre strumento prezioso per tutti coloro che operano in ambito educativo e terapeutico; la sua versatilità lo porta ad essere una metodologia in continua evoluzione che si presta ad ulteriori sviluppi ed applicazioni come nel campo della disabilità e della terza etá.
Émile Jaques-Dalcroze
Nato a Vienna nel 1865 da genitori svizzeri, Dalcroze si trasferì a Ginevra, città dove compì studi classici e musicali, diplomandosi nel 1883 in pianoforte. Approfondì la formazione teorica a Parigi con G.Fauré e F. Chausson ed a Vienna con A. Brukner. Ebbe contatti con C. Frank e L.Délibes e la forte impronta ritmica che ritroviamo nelle sue numerosissime composizioni fu una conseguenza della sua collaborazione con il Théâtre des Nouveautés di Algeri. Dal 1892 al 1910 fu Professore di Solfeggio e Armonia presso il Conservatorio di Ginevra e, a partire dall’osservazione di quegli anni degli esiti negativi di un insegnamento basato su una modalità un approccio esclusivamente teorico-tecnicistico e priva di creatività, il dotato esecutore divenne una figura di riferimento che, oltre a modificare radicalmente l’impostazione pedagogico-musicale dell’epoca, influenzerà il rinnovamento e lo sviluppo della danza (con R. Laban) e del teatro del ‘900. A partire dal 1910, Jaques-Dalcroze sviluppò le sue ricerche pedagogiche e artistiche nell’Istituto di Hellerau collaborando, per il festival teatrale, con il visionario scenografo A.Appia. Nel 1915 fu fondato a Ginevra l’Instituto Jaques-Dalcroze in cui il il pedagogista insegnò fino alla sua morte avvenuta nel 1950. Contemporaneo di M. Montessori, R. Steiner, J. Piaget e J.Dewey, ne condivise l’impronta ottimistica, lo spirito di fiducia nel contributo del singolo alla formazione di una società migliore e la convinzione dell’importanza del ruolo dell’educazione incentrato sulla persona nell’indissolubilità della sua unitá corpo-mente-anima. Fu un personaggio avvincente, molto amato, eclettico, curioso, estremamente creativo, pervaso da profonde convinzioni, precursore di idee innovative. Il suo entusiasmo lo condusse a scrivere molti testi specifici ancora oggi di chiara e affascinante lettura che costituiscono un raffinato e preciso supporto teorico al suo Metodo.
Ensemble La Carrucola
“E’ impossibile pensare al ritmo senza immaginare un corpo in movimento” É.Jaques-Dalcroze
Siamo 6 musiciste e docenti di musica, provenienti da percorsi e luoghi diversi, accomunate dalla curiosità di sperimentare, studiare, insegnare la musica attraverso il coinvolgimento globale della persona, la ricerca espressiva sul movimento corporeo in musica e il piacere di renderla manifesta. L’ensemble La Carrucola nasce a Firenze nel 2019 in seno al corso di Formazione sul metodo Dalcroze. Un po’ per gioco e un po’ sul serio, dalle nostre performances ha preso forma uno spettacolo, un work in progress che attraverso il movimento espressivo in stretta relazione con la musica vuole suggerire una prospettiva di ascolto integrata con la visione della musica che si mostra nello spazio.
Il nostro obiettivo è divulgare questo approccio artistico ed educativo in ambiti diversi, con l’intenzione di creare collegamenti e scambi fra le varie discipline connesse alla corporeità. Ci siamo formate con Suzanne Martinet, Ruth Gianadda, Sabine Öetterli e Susanna Odevaine. Abbiamo partecipato a due edizioni di Danza in Fiera a Firenze e abbiamo rappresentato il nostro spettacolo presso l’Auditorium di Formigine (MO), a Comacchio in occasione dell’evento “Un mare di musica” e a Firenze nel Tepidarium del Roster durante la Mostra delle Piante e dei Fiori organizzata dalla Società Toscana di Orticultura.
Nel luglio 2023 La Carrucola ha presentato il proprio lavoro durante il Congrès International dell’Istituto Jaques-Dalcroze a Ginevra. Repliche dello spettacolo sono state eseguite all’interno dei Corsi Estivi “Risonanze in movimento” e “Il corpo in musica” (quest’ultimo in collaborazione con il pianista Mº Adalberto Riva), entrambi organizzati dall’Associazione Italiana Jaques-Dalcroze (AIJD).
La mia storia
Mi sono diplomata in violoncello nel 1989 e fin da subito mi sono impegnata per insegnare la musica in un modo diverso da come l’avevo imparata…Parallelamente all’attività orchestrale, mi sono occupata di Didattica formandomi presso il Centro di Ricerca e Sperimentazione per la Didattica Musicale (CRSDM) di Fiesole e a Londra, presso S. Nelson ed i suoi collaboratori. Ho insegnato Propedeutica Musicale e Strumentale presso Scuole Comunali e sono stata membro incaricato della progettazione delle attività didattiche e divulgative del CRSDM. Dopo aver seguito il Training di Educazione ritmico-musicale e psicomotoria condotto da Ruth Schmid, ho percepito molto più chiaramente che il collegamento con “l’universo dei suoni” sarebbe potuto avvenire in me solamente attraverso il contatto col corpo.
La Ritmica Dalcroze è stata quindi un approdo naturale in cui, attraverso la validità e la peculiarità delle sue basi teoriche e la modalità esperienziale innovativa proposta, ho potuto sistematizzare le mie conoscenze didattiche e permettermi di potenziare delle abilità artistiche. La scoperta di questa elettrizzante modalità mi ha motivata ad approfondire con procedure altre lo studio del Metodo per poter trasmettere le mie nuove competenze pedagogiche in particolare agli adulti. Nel 2020 ho ottenuto il Certificato Professionale Jaques-Dalcroze rilasciato dall’AIJD e riconosciuto dal DEJEB (Dalcroze Eurhythmics International Examination Board) e da allora svolgo un’intensa attività divulgativa e di insegnamento di questa disciplina. Ho fatto parte dello Staff organizzatore dei Corsi Estivi Internazionali e, dall’a.s. 2021/22 ad oggi, sono Docente nell’ambito dei Corsi MiM (Musica in Movimento) di Bologna e di Firenze (quest’ultimo in convenzione con il Conservatorio di Musica “L.Cherubini” di Firenze). Ho tenuto il corso di Metodologia dell’Educazione Musicale per il conseguimento dei 24 CFA presso la Scuola di Musica di Fiesole ed ho organizzato ed insegnato nelle giornate di aggiornamento per docenti “1,2,3, Musica!” presso l’I.C. “Le Cure” di Firenze.
L’approccio dalcroziano all’apprendimento prevede di impegnarsi con perseveranza per incrementare la presenza psicofisica e di essere centrati in ciò che si sta facendo; tutto questo produce un senso di appagamento cinestetico. Ed io ho un’intenzione chiara: voler continuare ad assaporare con soddisfazione la scoperta di questa qualità così inebriante e ricca di energia che accompagna la risposta di tutta la persona agli stimoli del mondo sonoro in una condizione che va oltre il piacere, in quella “gioia superiore” considerata come “uno stato permanente dell’individuo” come veniva definita da Dalcroze stesso. L’obiettivo principale del Metodo è di sensibilizzare la persona all’ascolto e di sviluppare il gusto e la sua musicalità tramite la partecipazione del corpo in modo globale ed armonioso. Il motivo per il quale sono attratta da questo percorso di crescita personale è proprio questa armonia, che “..assicura l’ordine e la calma dello spirito..”.
Bibliografia
P.Dennison “Brain gym” Ed. Brain Gym School 2014
G.Gavazzi “Viaggio nella ritmica Dalcroze”, Progetti sonori, 2023
C.Hannaford “Smart moves”, EDUP, ROMA, 2022
É.Jaques-Dalcroze “Il ritmo, la musica e l’educazione” ERI, Torino 2008
A.Loiacono “Sentire e provare”, EDUP, Roma 2012
S.Martinet “La musica del corpo”, Erickson, Trento 1992.
S.Martinet “Esplorare il pensiero di J. Dalcroze”,Progetti sonori, Pesaro 2008
L.G.Martini e M.Taddei “Spaziare nella musica”, Scuolafacendo-Carrocci Faber, 2006
B.Probst “Per scrivere davvero”,Tassinari, Firenze 2016
E.Vanderspaar “Manuale di ritmica Dalcroze”, EDUP, Roma 2013